III Domenica di quaresima
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Siloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Lc. 13,1-5
Dio non spreca la sua eternità e potenza in castighi, lotta con noi contro ogni male,
lui è mano viva che fa ripartire la vita. Infatti aggiunge: Se non vi convertirete, perirete tutti. Conversione è l’inversione di rotta. Alla gravità di queste parole fa da contrappunto la fiducia della piccola parabola del fico sterile: il padrone si è stancato, pretende frutti, farà tagliare l’albero. Invece il contadino sapiente, con il cuore nel futuro, dice: “ancora un anno di cure e gusteremo il frutto”.
Lui crede in me prima ancora che io dica sì.
Non sappiamo di quanta esposizione al sole di Dio avremo bisogno per giungere all’armonia e alla fioritura della nostra vita.
Perciò siamo fiduciosi, indulgenti verso tutti, e anche verso noi stessi.
La primavera non si lascia sgomentare, né la Pasqua si arrende.
PREGHIERA
Eccoci, Signore.
Spesso siamo come alberi belli,
pieni di foglie, ma incapaci di far frutto.
Belli da vedere, ma nulla più…
Con la nostra vita e con le nostre scelte
non riusciamo a offrire risposte di senso
né a diventare nutrimento
per la vita di fratelli e sorelle.
Ma tu non arrenderti, Signore!
Continua a credere in noi, continua a restarci accanto,
continua a tirarci fuori dai tanti errori
e a liberarci da ciò che ci intrappola
e ci impedisce di crescere.
Il tuo calore, la tua presenza, la tua vita
ci convertano e ci rendano alberi buoni
che producono frutti buoni.
Amen.

