CHIESA DI SAN COSMA E DAMIANO

Dopo il secondo bando del 1618 di riedificazione del Nuovo Casale di Curtuladi, molte famiglie affluirono dai casali vicini: “sorsero i casolari di paglia intessuti di stipa. Ed ai Santi Fratelli ivi innalzarono un tempio. E crebbe accanto un pino sublime con ampia chioma, che verdeggia e sovrasta a le case sparse d’intorno” (la grande “pignara” che per un lungo tempo incombeva sulla chiesa e passò poi nello stemma del Comune di Cittanova).

Così, nel 1916, Francesco Sofia Alessio descriveva la vita di quel tempo, quando ebbe origine Cittanova, dicendo che mentre Radicena “era oppressa da morbo” i Grimaldi fondarono Cittanova e quindi il tempio di San Cosma e Damiano.

La chiesetta era posta a ridosso dell’antico asse stradale che da Campoforano si diramava verso Terranova attraverso la contrada “Li cancelli” dove si trovava il Fondaco e quindi lo slargo della chiesa di Santa Caterina, oggi dell’Olmo. I paracarri laterali in pietra granitica, posti a protezione delle abitazioni che ricadono lungo questo asse, tracciano ancora oggi questo antico percorso e sono l’unica testimonianza di come si snodavano i collegamenti che dalla chiesetta greca di Campoforano (anno 1009) s’inoltravano attraverso l’antico snodo commerciale del Fondaco toccando la chiesa di Santa Caterina dei Fazzari, la chiesetta dei Bombino di San Francesco da Paola, quindi la chiesa di San Cosma e Damiano e, infine, lungo la strada dei “Furchi”, ci si dirigeva verso la strada dei “Meloghiari” e presto si scollinava a Terranova, oppure, allo snodo “da Turretta”, verso sud-ovest, attraverso il selciato della strada (oggi denominata “Degli allampati”) si raggiungeva la contrada “Strappuni”, ricadente sul Serra, tra la “Conca” e il Cimitero di Radicena, dove già nel 1310 esisteva l’antico casale di Curtuladi, con la chiesa dedicata a San Nicola.

Nel 1740, il notaro apostolico Domenico De Leo fece ricostruire la chiesetta di “San Cosmo” in pietra e mattoni che venne dedicata alla Madonna delle Grazie ed ai Santi Cosma e Damiano. Un antico quadro di questa Madonna con ai piedi i Santi Cosma e Damiano che oggi si trova su una delle pareti laterali dell’odierna chiesa è la rappresentazione iconografica che simboleggia quella fase storica. Una grande fiera vi si svolgeva il 27 di settembre, in occasione della celebrazione della ricorrenza dei Santi Martiri.

Da antichi atti risulta che, all’interno della chiesa, nel 1747 vennero effettuate delle sepolture e, nel 1789, fu sepolto nella propria chiesa Domenico Marvaso e che dopo tanto tempo, nel 1840, don Vincenzo Marvaso rivendicò diritti di patronato su questa chiesa, tantoché nella legislazione Borbonica del 1848, sono riportati donazioni di beni da parte dei coniugi Fera e Marvaso per la fondazione in detta chiesa di una cappella.

Nel 1871, il notaio Tommaso Marvasi fece ricostruire e abbellire la “piccolissima e quasi diruta chiesa” dotandola di due nuove statue dei Santi Cosma e Damiano.

Domenico Taccone Gallucci, nella Monografia sulla Diocesi di Mileto del 1882, dice: “nel Vicariato di Cittanova, nella chiesa dei Santissimi Cosma e Damiano, in una nicchia, è collocata e si ammira una statua di marmo della Vergine detta della Grotta, che credesi lavorata nei primi secoli del Cristianesimo e fu a caso rinvenuta in una grotta presso monte Cavallo ed a cura dello zelantissimo sacerdote don Domenico Siciliani fu traslata devotamente in questa chiesa”.

Secondo Vincenzo De Cristo, questa statua fu posta da mano ignota in un tempietto remoto sul monte Cavallica, lungo la via Ionio-Tirreno ed il terzo giorno del mese di maggio, durante una grande festa, si accorreva in frotta da Cavallica a festeggiare la Madonnina, portandola dal colle alla “Cittadella”, al rullo di tamburi e fischietti.

Testo a cura di Giuseppe D’Amico