CHIESA MATRICE

Nel 1574 i Grimaldi acquistano lo Stato di Terranova, Gioia e Gerace; nel 1615 il principe Girolamo Grimaldi fa edificare a sue spese la chiesa Madre nell’area pianeggiante di Casalnuovo (allora Nuovo Casale di Curtuladi) e stabilisce la sua dimora nel castello che fa costruire ai piedi della Collina di Cavallica; l’Arnolfini, nel suo diario di viaggio del 1768, dice che la data di inizio di questi lavori è il 1588. A quel tempo, all’interno delle chiese, si seppellivano i morti e le sepolture seguivano delle precise gradualità e regole legate alla purezza dell’anima: vergini ed adolescenti vicino all’altare, gli altri defunti lungo il corridoio e, verso l’uscita della chiesa, i peccatori e gli impuri. La grande campana porta la data del 1619 e l’immagine di San Girolamo, nel mese di agosto di quell’anno venne collocata “PER VOLERE DEL POPOLO DEL CLERO” sull’unico campanile allora realizzato; sulla campana è incisa la scritta che ricorda l’evento. Sulla campana più piccola è incisa la data 1303, rifusa nel 1819 con le immagini di San Girolamo e quella di Santa Maria delle Grazie, prima Protettrice del paese.

Nella visita pastorale del 1630, la chiesa Parrocchiale di Casale Novo era retta da frate Francesco Comerci che agiva in un tempio ove si rilevavano appena l’altare maggiore, dedicato a San Girolamo, ed altri due, uno dedicato a Santa Maria delle Grazie e l’altro alla Beata Vergine del Monte Carmelo. Nel 1699, una lapide in marmo viene posta sulla porta principale della chiesa in ricordo di Girolamo Grimaldi, successivamente questa lapide viene murata come mattone nel pavimento della stanzetta a destra del coro della nuova chiesa.

Nel 1783, un terribile terremoto, “il flagello”, provoca 2000 morti a Casalnuovo e rade al suolo le case, le chiese e i palazzi. Nel castello di piazza San Rocco muore la principessa di Gerace Maria Teresa Grimaldi. Nel 1785, dopo solo due anni, l’erede al trono dei Grimaldi, la principessa Maria Antonietta, assegnò il luogo per riedificare la chiesa Madre più ampia e maestosa, che fu ricostruita da Francesco Morani e fratelli. Nella cappella dei Grimaldi, a destra del presbiterio, dedicata all’Immacolata, viene sepolta, nel 1791, la principessa Maria Teresa Grimaldi, morta sotto le macerie del terremoto del 1783: ne fa memoria una lapide sepolcrale incassata nel pavimento all’ingresso della cappella, dove si trova l’altare in marmo bianco del XVIII sec. opera di maestranze calabresi e la statua lignea dell’Immacolata del Biangardi. Al tabernacolo è incernierato uno sportello, in argento, dell’ultimo quarto del XIX sec. con il bollo di garanzia del Regno d’Italia.

Nel 1793, l’economo dei Grimaldi, Grillo, ordina allo scultore Domenico De Lorenzo di Garopoli (San Pietro di Caridà), la realizzazione della statua di San Girolamo. Nel 1797, don Pasquale Serra, principe di Gerace, si adopera affinché nella città di Napoli venga costruito un organo a canne per detta chiesa. Don Domenico Foti era l’arciprete di allora e l’atto risulta trascritto del notaio Zappone nell’Archivio di Stato di Palmi. Di questo antico organo si sono perse le tracce. Nel 1889, viene realizzato l’orologio comunale, anche questo evento è ricordato da una piccola campana in bronzo posta sulla sommità esterna dell’altro campanile con l’incisione “Campana Comunale 1889”. Sulla volta della navata centrale vi sono tre tele: dall’ingresso, “Gesù conduce gli apostoli sul monte Tabor” (1894) di Raffaele Raso; “la Trasfigurazione”, del palmese Domenico Augimeri e la “Comunione di San Girolamo”, eseguita dal pittore Domenico De Pietro (1894). Lungo la navata di destra: la “Madonna con Gesù Bambino e San Michele Arcangelo” (1890) di Domenico De Pietro; sulle pareti in alto alla navata centrale: “Scene bibliche”; “Gesù docente”, “Elia sale al cielo sul carro di fuoco” (1854) di Raffaele Raso; l’altare maggiore in marmo ed il pulpito sono opera di Domenico Augimeri da Palmi.

Nella zona retrostante l’altare, detta abside, sul soffitto, troviamo il dipinto della “Glorificazione di San Girolamo” realizzato da Martino De Marco di San Martino, nella navata laterale sinistra il dipinto di “Gesù tra i bambini” risalente al XVII sec. di Scuola umbra, probabilmente portato dai Grimaldi e poi, ai piedi dell’altare dell’Immacolata, il busto del Sacro Cuore di Gesù in pietra di arenaria che era collocato all’esterno nella nicchia tra i due campanili. All’esterno, sul sacrato della chiesa, è posta la statua della Madonna con il Bambino opera dello scultore cittanovese Michele Guerrisi; sono di manifattura recente i bronzi della Fracarro di Vicenza: i quattro Evangelisti sulle nicchie laterali ed il Cristo collocato nella nicchia centrale superiore. Sono opera di Francesco Biangardi e del figlio Vincenzo le undici sculture che compongono il ciclo delle Varette del Venerdì Santo.

La chiesa si struttura su un impianto a tre navate e un’abside semicircolare poco sporgente. Il prospetto principale è scompartito su tre livelli ed è definito da un triplo ordine di paraste, la parte centrale è collegata ai due campanili laterali attraverso le campiture convesse che conferiscono all’intero prospetto una matrice tardo-barocca.

Testo a cura di Giuseppe D’Amico