Memoria di SAN GIOVANNI BOSCO

Pubblicato giorno 31 gennaio 2022 - News

“Chi prega fa la cosa più importante di tutte”

Duecento anni fa nasceva Giovanni Bosco.

Il 16 agosto 1815 nasce a Becchi da una povera famiglia di agricoltori. Sua madre era dedita al lavoro ed ai suoi doveri di cristiana: infondere nei suoi figliuoli il santo timore di Dio, purtroppo non poté godere degli affetti del padre che volò al cielo quando Giovanni era ancora in tenerissima età. Fin da fanciullo attirava a sé le anime dei fanciulli, tanto che con tanta insistenza e sacrificio riuscì a compiere gli studi ecclesiastici e nel 1841 fu ordinato sacerdote.

Da questo momento comincia la sua missione speciale: «l’educazione dei giovani».

Passando per le vie di Torino fu colpito da tanti giovanetti malvestiti, male educati, abbandonati, ma soprattutto esposti ad ogni pericolo per l’anima e per il corpo; è così che il cuore del sacerdote inizia ad infiammarsi…prega e pensa…e la Vergine, che lo aveva scelto, gli ispira l’istituzione degli Oratori. Dopo varie difficoltà riuscì a comprare un pezzettino di terreno con una casa ed una tettoia e, non poté mancare una cappella. In quel luogo riuscì a radunare i suoi «birichini».

In pochissimo tempo i poveri giovani ricoverati diventarono più numerosi; l’opera cresceva e bisognava pensare al futuro. Don Bosco, quindi, fonda una nuova congregazione religiosa:

la Pia Società di S. Francesco di Sales, detta comunemente dei Salesiani, composta da sacerdoti e laici che pian piano aprirono oratori festivi, collegi per studenti, ospizi per artigiani, scuole diurne e serali; mentre per le fanciulle, Don Bosco istituì le Suore di Maria Ausiliatrice.

Fino all’ultimo la sua vita, fatta di eroici sacrifici, fu spesa a vantaggio del prossimo.

Don Bosco morì il 31 gennaio 1888 e fu canonizzato da Pio XI nella Pasqua del 1934.

Preghiera

O Padre tenerissimo, al cui cuore Don Bosco ha attinto la forza d’amare,

dona a noi la capacità di amare con il tuo stesso cuore.

Aiutaci a capire che “amare i giovani vuol dire accettarli come sono,

spendere tempo con loro, condividere i loro gusti e i loro tempi,

dimostrare fiducia nelle loro capacità,

tollerare quello che è passeggero e occasionale,

perdonare silenziosamente quello che è involontario,

frutto di spontaneità o immaturità”.

Solo così potremo educare i giovani

ed essere segni del tuo amore preveniente.

Amen

“Camminate coi piedi per terra e col cuore abitate in cielo”