IV Domenica di quaresima – Laetare
Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te;
non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”.
Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro,
gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te;
non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Lc. 15,18-24
La parabola più bella, “il vangelo nel vangelo” di Luca: il Padre misericordioso, il banchetto festoso per il figlio morto e risorto, perduto e ritrovato. Come non pensare che l’oggetto della rivelazione non sia il volto del Padre carico di misericordia per ciascuno dei suoi figli!
Due figli talmente diversi che percorrono strade divergenti, incompatibili tra loro, ambedue alla ricerca di un qualcosa che non riescono ad ottenere, ambedue fanno ritorno senza incontrarsi; solo il Padre è capace di ridonare a entrambi la dignità, probabilmente nemmeno compreso. Questi due figli sono l’esempio del nostro mondo, del modo di considerare la vita e le relazioni. Abbiamo bisogno di libertà che cerchiamo affannosamente finendo per rinchiuderci nel nostro privato, schiavi di noi stessi. Su tutti si erge il Padre, totalmente diverso dalle considerazioni dei figli che vedono un padre rigido, lontano dalle loro aspirazioni tanto che uno scappa lontano, l’altro si rifugia nella sottomissione. È invece un Padre premuroso, che tiene aperta la sua casa a chi torna, che corre incontro, esce a supplicare, abbraccia, ridona dignità, ricostruisce le relazioni invitando a riconoscere l’altro come “tuo fratello”; ascolta il loro cuore, capace di fare festa
(segno dell’abbondanza della sua misericordia), un Padre che va oltre.
Per riconoscere l’amore del padre occorre riconoscersi figli, riconoscere gli altri come
propri fratelli, lasciarsi riconciliare è lasciarsi amare!
PREGHIERA
Convertici a te, Signore.
Convertici all’amore del Padre.
Guarisci il nostro cuore dalla miopia di cui soffre,
cura i nostri desideri da quelle catene interiori
che impediscono di gioire per il bene,
per il perdono, per la salvezza che tu offri.
Padre buono e grande nell’amore,
abbraccia anche noi, che crediamo di essere giusti,
noi che apparentemente non ci siamo mai allontanati,
noi che pensiamo di poter difendere e annunciare il Vangelo.
Abbracciaci e convertici alla gratuità
e immensità del tuo amore.
Amen.

