La vita della chiesa di Santa Maria della Catena è intrecciata con quella di Santa Maria di Campoforano. Il primo documento che attesta l’esistenza della chiesa di Santa Maria della Catena è un atto del 1515, alla chiesa era annesso un piccolo monastero che aveva un unico altare addobbato con il quadro della Beatissima Vergine con il Pargolo in braccio.
Nel 1601, il monaco Marafioti in “Cronache et Antichità della Calabria” afferma: “sovra un campo oltre il fiume Vacale si veggono due antiche chiese, una detta Santa Maria della Catena e l’altra Santa Maria del Campo”. Nel 1650, un eremita, tale Nicodemo Longo di Mammola, risulta accudire la chiesa di Santa Maria della Catena in Campoforano, dove si seppellivano anche i defunti.
La costruzione dell’odierna chiesa della Madonna della Catena di Cittanova viene iniziata da don Domenico Luzio attorno al 1850 ed ultimata, nel 1863, da suo nipote Giuseppe Luzio, dopo la morte per colera, nel 1854, dello zio. In tale data muore anche “per un parto laboriosissimo” la signora Teresina Barone-Cananzi che venne seppellita all’interno della chiesa in una monumentale tomba in marmo che ricorda l’evento. Sulla campana grande della chiesa è inciso il nome di Giuseppe Luzio, la data di ultimazione della chiesa e l’immagine della statua lignea della Madonna che si trova ancora oggi sull’altare principale.
Sarà monsignor Domenico Taccone Gallucci, nel 1882, nell’elencare le chiese esistenti nel Vicariato di Cittanuova a dire: “la chiesa filiale della Catena è fabbricata presso i ruderi dell’antica” e a non lasciare, quindi, dubbi sulla storia di questa importante chiesa. In una delle tre tele, quella della Madonna di Loreto, posta su una parete della chiesa, si rievoca la storia di questo sito religioso, il quadro del 1863 venne dipinto da Brunetto Aloi e rappresenta l’iconografia neoclassica della “ Traslazione della Santa Casa di Nazareth” dove la Madonna viveva con San Giuseppe ed ebbe l’annuncio della nascita di Gesù.
Invece, la chiesetta di Campoforano con l’abside rivolta ad oriente fa parte di un corpo separato e preesistente alla monumentale chiesa conosciuta come Madonna della Catena. La storia di questa piccola struttura religiosa segna le varie fasi della vita sociale, economica e religiosa del territorio cittanovese ed è proprio qui, in queste contrade, che affondano le radici e le origini della nostra Comunità, ancora prima dell’arrivo dei principi Grimaldi e del bando di ricostruzione di Curtuladi. La chiesetta di origine greca, dedicata alla “Thèothokos” degli Orti, venne costruita da un greco di nome Nicodemo Kondos, proprietario del fondo agricolo, nel 1009-10, e donata al Monastero greco di San Nicodemo di Kellerana che ricadeva, appunto, sulla Limina, presso il monte Kellerana, divenendo Grancia di questo Monastero. Nel 1276, nel casale di San Martino ricadevano anche Curtuladi e Campoforano ed era composto da 783 abitanti. La vita di questo Monastero continuò fino all’arrivo degli Aragonesi che, nel 1480, diventarono signori del feudo. Dal 1515, la vita della chiesetta greca cominciò ad essere offuscata dall’importanza della chiesa latina di Santa Maria della Catena e quando, nel 1574, il Feudo di Terranova, Gerace e Gioia, nel quale ricadeva Campoforano, venne acquistato dai Grimaldi, il rito latino aveva oramai pienamente sostituito il rito greco. Dopo moltissimo tempo, nel 1749, in ringraziamento da parte dei sopravvissuti alla tremenda peste nera che infieriva in quel tempo anche nelle nostre contrade, fu ricostruita la chiesetta e posta la statua lignea della Madonna dell’Assunta sull’unico altare esistente; la data del 1749 e l’icona della Madonna dell’Assunta riportate su una piccola campana, ricollocata nel 1863 sul campanile della chiesa della Madonna della Catena quando furono accorpate le due chiese, segnano la fine della grecità di questi luoghi.
Testo a cura di Giuseppe D’Amico

