CHIESA SAN GIUSEPPE


La chiesa San Francesco da Paola (oggi San Giuseppe), venne edificata attorno al ‘600 come juspatronato della famiglia Bombino, in quel tempo nelle chiese e nei conventi si seppellivano i defunti ed era usanza che le famiglie nobili inumassero i propri familiari, questa tradizione venne abolita durante il decennio francese (1805-1816) dal generale Jean Antoine Etienne Vachier detto Championnet, per ragioni igienico sanitarie. La chiesa era posta nelle adiacenze della chiesa di Santa Caterina, curata dalla famiglia Fazzari (l’unica testimonianza rimasta di questa chiesa la si ritrova all’interno della chiesa Madre dove, all’ingresso principale, sopra l’acquasantiera, è murato un bassorilievo, raffigurante un putto con secchiello dell’acqua benedetta e aspersorio, in basso lo stemma della famiglia Fazzari e la scritta “ABBAS MICHEAEL FAZZARI/ SVIS EXPENSIS FECIT HOC/ SICVT, ET ECCLESIAM OB/ SVAM DEVOT. NEM AN. DNI 1699”. Nel 1865, i falegnami di Cittanova ottennero dagli eredi del notaio Avati la cessione della diruta chiesetta gentilizia intitolata a San Francesco di Paola, la quale era stata abbandonata dopo il terremoto del 1783 e per non perdere il diritto di proprietà acquistarono e collocarono sull’unico altare la statua di San Giuseppe. Ma dopo pochi anni l’angusta chiesetta non era sufficiente ad ospitare i molti devoti. Quindi gli artigiani ed i fedeli cittanovesi pensarono di edificare una nuova chiesa e solo nel 1893 si provvederà a sostituirla con una nuova scultura di Francesco Biangardi, raffigurante San Giuseppe lavoratore con il Bambino Gesù e San Giovannello, ai quali verrà dedicata la chiesa che, appunto, dal 1893 diventerà “la chiesa di San Giuseppe e San Giovannello”. Nel paese, quindi, furono due le chiese dedicate a San Giuseppe, una detta “San Giuseppe vecchio” e l’altra ” San Giuseppe nuovo”.
Le scritte e le incisioni sulle campane poste sui campanili delle due chiese sono l’unica testimonianza di queste vicende. In questa chiesa, la campana del lato sud con la scritta “Fusa nel PROCURATO – A.D. 1877”, con le figure della Croce e di San Giuseppe con Gesù Bambino in braccio oltre il simbolo dell’antica Fonderia di Francesco Borgia di Melicuccà, sancisce in modo chiaro la riedificazione e l’ultimazione dei lavori nel 1877. Mentre l’altra, quella sul lato nord, porta il disegno di un calice pieno di fiori e la scritta “Fusa a spese e per voto del devoto Giuseppe Muratori di Girolamo – A.D. 1873” oltre al simbolo dell’antica Fonderia che realizzò “in Melicuccà Francesco Borgia fece” e la figura di San Giuseppe con Gesù Bambino in braccio.
C’è da dire che la devozione verso San Giuseppe nella nostra Comunità trova radici antiche: la famiglia del barone Piromalli fece edificare, attorno al 600, un’altra chiesetta dedicata a questo Santo, proprio sull’odierna via San Giuseppe di fronte al palazzo dell’abate don Gaetano Piromalli, costruito nel 1776, (una scritta su una pietra granitica ricorda l’evento), oggi palazzo Ali Materni o “don Idà”. Inoltre, nel Catasto Onciario del 1742, risulta esserci un’altra chiesetta, nella contrada Casciari, dedicata a San Giuseppe e a Santa Maria dei Sette Dolori, il cui Patrono era Pietro Paolo Piromalli.
La struttura architettonica della chiesa di San Giuseppe affaccia su uno stretto spazio tra stecche abitative parallele, si compone di una auletta dalle semplici forme, il cui prospetto è segnato da due paraste concluse da un timpano spezzato, dalle forme curvilinee, e definito da una doppia edicola campanaria. All’interno, sulle nude pareti laterali, fanno mostra 14 piccoli quadri dipinti, nel 1833, raffiguranti la Via Crucis ed un piccolo gruppo scultoreo della Pietà, opera dello scultore Giovanni Panetta; la statua di San Giuseppe, posta sull’altare centrale, è attribuita allo scultore Francesco Biangardi, autore, assieme al figlio Vincenzo, delle Varette, la statua di San Francesco da Paola è posta sulla parte laterale sinistra.

Testo a cura di Giuseppe D’Amico