Patrono della Calabria
2 Aprile
Francesco nacque il 27 marzo 1416 a Paola (Cosenza) da Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo. Già in età avanzata, i genitori attribuirono la nascita del loro primogenito all’intercessione di S. Francesco, e per questo gli diedero il nome del Santo assisiate e promisero di rivestirlo dell’abito votivo dei Francescani. Francesco divenne per Paola un punto di riferimento religioso e sociale, entrando nel cuore della gente che si recava da lui per sottoporgli problemi di diversa natura. L’Eremita era visto, inoltre, come l’unico baluardo in grado di opporsi ai soprusi della corte aragonese, come la persona capace di mettersi dalla parte della gente povera e semplice di quel lembo del Regno di Napoli e di assumere un ruolo di vero “umanista” nell’interesse di chi non aveva voce. Il frate entrava nel cuore della gente e la sua protezione si estese su numerosi Regni; si moltiplicarono le chiese in suo onore, la gente lo invocava con familiarità e ne conservava i ricordi come preziose reliquie (a Paola, nel 1510, ancor prima della sua beatificazione c’era chi andava per toccare o per rivestirsi degli indumenti da lui usati).
Pio XII il 27 marzo 1943 lo dichiarò Patrono della Gente di mare.
Francesco di Paola, non è solo un semplice eremita e fondatore di un Ordine religioso. Egli, infatti, è colui che, nel momento in cui è canonizzato – 1 maggio 1519 –, viene definito da papa Leone X come un dono consegnato alla Chiesa, vigna visitata con premura da Dio, celeste Agricoltore, affinché Francesco, uomo forte, la coltivasse per «illuminare con il folgore della sua lampada le tenebre» di quel delicato periodo storico che essa stava vivendo.
Francesco si spense a Tours il 2 aprile 1507. La fama di questo taumaturgo, attraverso i tre rami della famiglia Minima (frati, monache e terziari), si diffuse in Europa, favorendo la sua beatificazione (7 luglio 1513) e la sua canonizzazione (1° maggio 1519) avvenuta a soli dodici anni dalla morte.
Preghiera
“O glorioso nostro protettore S. Francesco di Paola,
che fin dal tempo in cui viveste in questa terra
foste eletto da Dio ad essere strumento della sua bontà
ed onnipotenza nell’operar prodigi a beneficio di quei cristiani
che con viva fede ebber ricorso alle vostre preghiere;
deh! Volgete benigno lo sguardo ai devoti
che implorano la vostra intercessione.
Noi vi supplichiamo di aver pietà di noi
ed ottenerci da Dio le grazie
che meglio rispondono al bene spirituale dell’anima nostra.
Per quell’ardore di carità che infiammò il vostro cuore,
allontanate da noi tutto ciò che ci affligge.
Fate o Padre Santo, che sopra di noi trionfi la divina Misericordia,
la quale ci consoli con salutare liberazione, e con rassegnata pazienza;
e così l’una e l’altra ci serva di felice preludio
alla gloria eterna del Paradiso e Così sia”.
Tre Pater, Ave e Gloria.

